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Il titolo di Rosa Mistica risale al 1739

Lapide in memoria di Orsola de GrottaLa statua della Madonna, che viene venerata come Rosa Mistica, risale al 1710. In quell’anno Orsola de Grotta, che prima di fondare nel 1714 la congregazione delle Consorelle della Carità e della Dottrina, nella sua casa privata insegnava, oltre che a leggere e scrivere. anche la dottrina cristiana alle ragazzette cormonesi, incaricò Francesco Regola, un artigiano di mediocre levatura, di realizzare una statua della Vergine. Il lavoro non fu molto apprezzato dalla de Grotta, che ne trovò molti difetti. Regola non la prese bene e sbottò con un “0h, signorina la si quieti: vedrà che la mia statua con tutti i difetti che la ci vuol trovare, non andrà molto che farà miracoli”. Regola ebbe ragione perché, come è stato scritto sullo scorso numero di Voce, la statua fu al centro nel 1737 di fatti prodigiosi che fecero gridare al miracolo.
In quel lontano 1710 la de Grotta collocò la statua nella sua casa e dinanzi a Lei con le sue allieve recitava le preghiere. E quella di Rosa Mistica è una statua un po’ particolare perché di legno ha solo le mani e la testa – anche quelle del Bambino – per il resto è fatta di cartapesta. E così rimasta fino ai nostri giorni. Sebbene non abbia un pregio artistico, la statua è assai cara ai cormonesi, che la venerano da secoli. In particolare dopo i “prodigiosi sudori” del 1737.
La piccola chiesa, che la de Grotta aveva acquistato dai Padri Domenicani nel 1716, era insufficiente a contenere l’incessante afflusso di pellegrini che disturbava l’attività delle Consorelle e l’insegnamento della Dottrina cristiana. Era necessario ampliare la chiesa per porvi la statua prodigiosa. Grazie alle abbondanti offerte dei fedeli, fu abbattuto parzialmente il muro a pèonente della chiesa e costruita una cappella ad arco. Il 24 novembre 1739 l’arcidiacono Sertorio Del Mestri, assistito da numeroso clero, benediceva la nuova cappella e il suo altare dove in una arca dorata, protetta da cristalli, venne posta la statuina della Madonna con in mano una rosa d’oro realizzata pure con le offerte dei fedeli. Fu una cerimonia privata alla presenza delle sole consorelle ed educande. Durante la celebrazione fu stabilito, con il consenso dell’autorità ecclesiastica, che la statua fosse venerata con il titolo di Rosa Mistica.
Non si sa a chi sia venuta l’ispirazione nè da chi dipese la scelta del nome, ma quello di Rosa Mistica era già stato deciso qualche anno prima. Orsola de Grotta non era presente all’inaugurazione della cappella perché all’epoca si trovava a Vienna, dove si fermò alcuni anni, ma aveva prepaato una immaginetta della Madonna con la scritta Rosa Mistica. La de Grotta ritornò a Cormons nel 1743 portando due preziose corone ornate da perle e pietre preziose in argento e oro da porre sul capo di Rosa Mistica e del Bambino, doni ottenuti da Maria Teresa e dalle dame di Corte. E anche l’immagine della Madonna, che fu incisa il nome di Rosa Mistica da un incisore carinziano e stampata a Graz in migliaia di copie. Alcune furono realizzate anche su seta. In questa immagine, che è diventata una rarità da collezione, la Madonna era sostenuta da due angioletti, nel mezzo stava scritto “Regina”, al lato destro “Rosa Mystica” e sul lato sinistro “Mater providentiae”.
Vecchio altare di Rosa MisticaQuando si costruì l’attuale chiesa, dedicata a Santa Caterina – l’inaugurazione e la consacrazione avvennero nel 1779 a 29 anni dall’inizio dei lavori interrotti per mancanza di finanziamenti – la stuata di Rosa Mistica venne collocata nell’altare di sinistra. Vi rimase fino al 1931 quando, in occasione della sua solenne incoronazione, fu posta in una teca speciale sopra il rinnovato altare maggiore.
Ovunque si trovasse fu venerata dai cormonesi, alla quale si affidavano con le preghiere per ottenere qualche grazie in particolare nei momenti più difficili vissuti dalla comunità. Momenti bui che non mancarono come quando nel 1812 Napoleone sopprese il convento delle Consorelle, incamerò i suoi beni che vennero venduti all’asta compresa la chiesa che, spogliata di tutti suoi averi, fu ceduta al Fondo di religione solamente nel 1825.
La statua di Rosa Mistica non venne toccata e continuò a vegliare sui cormonesi. La chiesa comunque rimase sempre aperta anche perché, fin dal 1813, il Dipartimento di Passariano da cui dipendeva anche Cormons, dopo aver ricevuto il parere favorevole del Patriarca, diede il suo assenso all’apertura. I parroci di allora da don Carlo Colombicchio, a don Martino Juvancic a don Antonio Marocco ebbero cura della chiesa con le elemosine dei fedeli. E molti contadini, al posto del denaro, offirvano all’altare della Madonna i bozzoli della seta..
Gli abitanti della “Villa” si accordarono, poi, per formare lo stipendio di un sacerdote che avesse cura della chiesa e celebrasse la messa nei giorni festivi. Un cappellano stabile lo si ebbe dal 1858 grazie ai lasciti della contessa Ernesta Turn vedova Cipriani (2mila fiorini), di Giovanni Battista Buiatti (2 mila fiorini) e di Elisabetta Angela (mille fiorini).
La rinascita della chiesa di Santa Caterina si ebbe con l’arrivo nel 1866 delle Suore della Provvidenza che, ottenuta la proprietà della chiesa, proseguirono nell’opera assistenziale ed educativa delle Consorelle. E diedero impulso alla devozione a Rosa Mistica adoperandosi fin dai primi anni della loro presenza a Cormons perché venisse incoronata. Un sogno che divenne realtà nel 1931. E con l’incoronazione la chiesa venne riconosciuta anche come santuario di Rosa Mistica.

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