Quaresima: istruzioni per l'uso

“Le maschere. Lo sguardo degli altri ci modella. La maschera che portiamo finisce però col diventare una necessità (per essere graditi agli altri), una protezione (per non subire critiche), un modo per cambiare solo in superficie, ricorrendo a qualche belletto, a qualche aggiustamento. Ma tutto questo corrisponde ad un mezzo per evadere da se stessi ed è, in fondo, un rifiuto di leggere la nostra situazione, la nostra realtà. Spesso è proprio la nostra cerchia ad obbligarci ad assumere una parte, a “giocare” secondo un copione. La maschera che indossiamo produce tuttavia un effetto per- verso: non ci aiuta a cambiare, ci intristisce e finiamo con l’odiare il nostro ruolo e quelli che ci hanno spinto ad assumerlo. La Quaresima segna la fine del carnevale e ci invita a far cadere le nostre maschere, a ridiventare noi stessi.”

Abbiamo iniziato questo percorso che ci auguriamo possa essere significativo per ognuno di noi. Ciò sarà possibile nella misura in cui ci metteremo in gioco, a tutte le età, specie per noi adulti. Tre sono i pilastri sui quali poter costruire il nostro personale itinerario quaresimale:

la preghiera il digiuno l’elemosina (personale e comunitaria).

Attraverso la preghiera viene ridestato il nostro desiderio di Dio, ciò che lo tiene acceso e vivo. È desiderio di incontrarlo, di ascoltarlo, di vivere secondo la Sua Parola. È tempo “perso” per Lui, solo per Lui. Senza guardare continuamente l’orologio, senza misurare i minuti che passano. È la strada della preghiera: un tempo donato a Dio perché la relazione con Lui non venga meno.

Alcuni consigli pratici: oltre la Domenica, vivere l’Eucarestia anche una volta durante la settimana; fissare nella nostra giornata del tempo per pregare (= prendere in mano la Parola) 15 minuti al giorno; partecipare almeno una volta durante la Quaresima alla preghiera della Via Crucis (è un immergersi nella Parola); passare del tempo davanti l’Eucarestia, in particolare il sabato mattina dalle 07.40 alle ore 08.40.

Attraverso il digiuno viene riportata l’armonia nel corpo e si avverte l’esistenza di ciò che è più importante di qualsiasi cibo: lui, Dio, la sua presenza. Il digiuno è una medicina tradizionale, estremamente semplice, ma efficace. Ci fa percepire un po’ di fame perché venga a galla quella fame che troppe volte è coperta dal nostro rapporto consumistico con il cibo.

Ed è la fame di senso, di luce, di saggezza, di fraternità. Solo lui, Dio, può colmare questa fame che ha radici profonde. Alcuni consigli pratici: non buttare via cibo, controlliamo meglio le dosi; darsi un impegno concreto (es.: digiuno tot tempo da internet); imparo a non usare il cellullare a tavola (e non solo in Quaresima☺); cerco di non sprecare le cose ed i doni che sono in mio uso...

Attraverso l’elemosina possiamo distoglierci dall’auscultazione ansiosa dei nostri mali, delle nostre piccole sofferenze ed aprirci agli altri, verso chi soffre veramente, molto più di noi e si trova nel disagio e non sa come fare per andare avanti, per uscirne.

Alcuni consigli pratici: rinunciare a qualcosa e dare l’equivalente in carità; donare del tempo per la visita agli ammalati ed anziani; farsi prossimo a chi ha bisogno di una mano. Anche quest’anno come Unità Pastorale aderiamo ad un progetto di solidarietà per la QUARESIMA MISSIONARIA .