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Sabato 19/10 alle ore 11:00 in via Pozzetto a Cormons ci sarà l'inaugurazione dell'Emporio della Solidarietà --- Domenica 20/10 a Cormons si terrà la Domenica di comunità dell'Unità Pastorale dedicato alla missionarietà: alle ore 10:30 Santa Messa in Duomo e a seguire in Ricreatorio si terranno incontri per gli adulti, giochi per i bambini e il pranzo comunitario ---

Maria Rosa Educatrice - Intervento di Don Mario Malpera

Foto di Simone FerraroDi seguito riportiamo integralmente quanto detto da Don Mario Malpera.

Diceva LAO-TZE: “Non c’è peggior SORDO di chi non vuol VEDERE” cioè: si impara con gli occhi e oggi la Chiesa cormonese ci parla ancora con uno dei suoi grandi testimoni.

Il testimone è un FUOCO, quello acceso dallo Spirito di Dio, che riscalda, cioè crea unità, fa circolare amore e poi, quando è rapito in cielo, diventa una STELLA, un frammento di quel firmamento che è Dio, e allora illumina, guida, orienta nella notte e ci indica cammini sempre nuovi.

Di Maria Rosa, fuoco, stella, amore nostro, io conservo i ricordi, gli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza (...la sua giovinezza è durata fino ai 44 anni!):

  1. Un fatto successo quando lei aveva 16 anni, nella Messa festiva delle 11:00, in Duomo, quando, “dopo” il suono della campanella, quaranta e più giovani facevano ingresso andando ad occupare la bancata davanti.
    Quel giorno per la lettura si offrirono una ragazza con la minigonna, un giovane “capellone” ed un altro con gli occhialini ed i baffetti. Alla fine della Messa, in sacrestia si precipitò il sindaco, un bravo cristiano molto impegnato, ma in quel momento molto indignato per l’aspetto dei tre lettori.
    Non mi fece impressione e, con la franchezza degli anni giovanili, ribattei:
    “Gesù Cristo mi ha insegnato a guardare ed apprezzare quello che c’è sotto ai capelli lunghi; e, poi, quei giovani ed i loro amici sono venuti tutti a fare la comunione, mentre lei non ha fatto lo stesso”.
    L’ho zittito, ma non convinto. La ragazza era Maria Rosa.
  2. Questo era il clima in cui cresceva una nuova generazione di laici battezzati, dopo qualche periodo di crisi:
    gli anni del DOPO CONCILIO VATICANO che aveva rivoluzionato la Chiesa, con novità liturgica e nuovi organismi pastorali, ma che non riusciva a scalfire la mentalità dei “buoni cristiani” e dei tradizionalisti;
    gli anni della contestazione giovanile, la stanca riproposizione del mitico/idealizzato Sessantotto che noi avevamo vissuto sì all’interno ma con spirito critico, con la libertà e la responsabilità dei figli di Dio che sanno fare discernimento.
  3. In quegli anni si era ripopolato il ricreatorio, si inventavano sempre nuove iniziative e proposte, seguendo sotto sotto poche idee-guida:
    la COMUNITA’ come ideale da costruire, come spazio vitale, oltre le strutture, le regole, i precetti: persone unite in Cristo;
    i LAICI BATTEZZATI non più solo collaboratori dei sacerdoti ma responsabili, protagonisti nella comunità soprattutto attraverso i gruppi e le associazioni. Eravamo un po’ pazzi, o forse solo temerari, nell’affidarci con grande fiducia ai giovani: un’ esperienza straordinaria è stato il Campo Estivo dell’Azione Cattolica Diocesana a Bagni di Lusnizza nel 1972. I nostri due gruppi di ragazze erano affidate a Laura e, le preadolescenti, a Maria Rosa: emerse tutto il loro carisma educativo e probabilmente fu l’inizio del cammino di Maria Rosa che si arricchirà di mille altre bellissime facce;
    le “MEDIAZIONI” erano l’altro aspetto del metodo educativo mutuato dalla storia dell’Azione Cattolica: l’educazione cristiana, che aveva per scopo vivere il Vangelo per essere 1 con Cristo e tutti gli uomini, non era solo prediche ma avveniva attraverso le mille attività che tenevano assieme i ragazzi, che facevano conoscere il gruppo, che animavano la vita sociale e culturale della città e la aprivano al mondo. C’erano riunioni continue per organizzare giochi, campi estivi, cineforum, mostre ... ma anche ritiri, catechesi, paraliturgie, canti...e soprattutto
    la CARITA’: a Cormons ci si era impegnati ad appoggiare il Gruppo Abele di Torino, quello di don Luigi Ciotti; c’erano anche, per i giovani, le visite al piccolo Cottolengo di S.Maria la Longa ad altri istituti assistenziali; si facevano le raccolte per le Missioni e gli incontri con i Missionari. Il 4 ottobre di quel 1972, un gruppo di giovani (23 in tutto) dedicò il pomeriggio agli anziani ospiti della Casa di Riposo. L’esperienza si ripeterà nei mesi seguenti. Io andavo a prendere con la 500 le “tre” della Subida per accompagnarle a casa. La sera, prima di scendere, vollero approfondire il significato dell’esperienza. Maria Rosa - sedicenne! - espresse un dubbio: “Noi andiamo a portare sollievo e gioia agli anziani. Dovrebbe essere un sacrificio, e invece alla fine siamo più contente rispetto a quando andiamo con il gruppo degli amici a spasso o a divertirci. Ma se ci ripaga così tanto, che sacrificio è?” Io le risposi che il Vangelo è pieno di beatitudini e Gesù aveva assicurato: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere...”. Ero profondamente commosso: erano arrivate così in fretta al cuore del Vangelo, alla carità, a vedere il volto di Cristo. E mi sono sempre meravigliato dei doni di GRAZIA che Maria Rosa aveva saputo far crescere in sè per poi donarli a tutti voi, alla famiglia, all’AC, alla comunità ... o come avete detto voi “ai suoi giovani, ai suoi ragazzi...”.
  4. Maria Rosa: un testimone di cui andare fieri, ma anche un MODELLO ancora proponibile?
    Ho voluto mettere a confronto:
    • il documento della CEI “Educare alla vita buona del Vangelo - orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020”
    • con quanto voi avete detto a Maria Rosa, alla Messa di saluto

      La CEI (n.34) “Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione cristiana” troviamo i TRATTI FONDAMENTALI dell’azione educativa:

    • l’autorevolezza dell’educatore
    • Voi: "La Rosa testarda nelle sue convinzioni...” e di più: “Incontrarti ha cambiato la nostra vita”

    • la centralità della relazione personale
    • Voi: “Ci hai stregato tutti con i tuoi abbracci ossuti e caldi ... Le ore interminabili sotto casa e in ricreatorio a discutere e chiacchierare...”
    • l’educazione come atto d’amore
    • Voi: “Il Signore ti ha messo sulla nostra strada perchè potessimo scoprire, insieme a te, le gioie vere e profonde di un amore sincero e di una condivisione fraterna...”
    • una visione di fede che dà fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani
    • Voi: “Ci hai accompagnati in un viaggio entusiasmante: la scoperta di Gesù Cristo, un incontro che ha segnato le nostre vite...
      “Ci hai stregato con le tue preghiere ricche di poesia e i tuoi colori ...”
    • la formazione integrale della persona
    • Voi: “Ci hai stimolati a valorizzare le nostre capacità...”
    • la corresponsabilità per la costruzione del bene comune
    • Voi: “Ci hai sostenuti e hai creduto sempre in noi ... Alla comunità di Cormons hai offerto l’opportunità di aprirsi ai temi della pace, della nonviolenza, degli ultimi, dei diseredati ...”

 Sembra quasi che chi ha scritto quel documento abbia conosciuto Maria Rosa.

Foto di Simone Ferraro

 

Per noi oggi ancora, il suo RICORDO ci fa aprire:

gli OCCHI alla sua presenza sempre fra noi;

la MENTE, perchè il suo esempio/testimonianza sia motivo di impegno;

il CUORE per sentire ancora il suo amore GIOVANE che ci fa amici.

 

La LAPIDE più duratura è dentro di noi, e questa lapide dica la nostra riconoscenza:

a CRISTO per avercela donata,

allo SPIRITO per i doni/carismi dati a lei e a noi,

al PADRE per aver privilegiato Cormons di tanti cristiani eccezionali negli ultimi 50 anni.

 

GIOVANI: ORA IL TESTIMONE PASSA A VOI!

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