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Giovedì 18/04 alle ore 20:30 presso il Ricreatorio di Cormons si riunirà la commissione liturgica della nostra Unità Pastorale --- Martedì 23/04 Festa di Sant'Adalberto, patrono di Cormons: ore 20:00 solenne celebrazione in Duomo a Cormons --- Sabato 04/05 dalle ore 16:00 in poi presso il Ricreatorio di Villesse festa diocesana dei chierichetti --- Domenica 19/05 presso la Basilica di Aquileia saranno ordinati due nuovi ministri per la nostra Diocesi ---

Pellegrini di Cormòns in terra Santa: Il diario di viaggio (21/6/2012)

Ultima S.messa ad Emmaus21/6/2012

A Gerusalemme, il prossimo anno. VII giorno

Ed è arrivato l'ultimo giorno. Questa matti a, salendo in pullman, c'erano anche le valigie: fra qualche ora partiremo per casa...

Ma il nostro pellegrinaggio non è ancora concluso... Tra l'albergo e l'aeroporto c'è il tempo di una sosta al sito "archelogico" di Emmaus...

Qui celebriamo la S.Messa. È l'ultima in Terra Santa. In fondo anche noi come Cleopa e "Simeone" siamo inviati a tornare a casa a raccontare le meraviglie che abbiamo vissuto.

In corriera i saluti e i ringraziamenti: in particolare a Samuele, la nostra guida per essere riuscito a mettere insieme storia e fede; ci ha aiutato ad entrare nella storia d'Israele... Nelle sue contraddizioni e nella sua bella unicità. Ci ha aiutato a leggere il Vangelo alla luce di questa terra.

Torniamo a casa.

Don Paolo ci ricorda che il pellegrinaggio incomincia qui. Dobbiamo ascoltare le emozioni, le suggestioni che abbiamo vissuto in questi giorni... "perdere del tempo, per mettere insieme i cocci di questo viaggio" e dare profonditá a questo pellegrinaggio.

Negli occhi di tutti c'è il desiderio di tornare...

Samuele ci spiega che una volta i pellegrini che partivano dalla Terra Santa si salutavano con un abbraccio e con una promessa: "il prossimo anno, a Gerusalemme" ...

Con il cuore ci saremo sicuri.


 

Altare della croce

20/6/2012

La tomba è vuota: Alleluja VII giorno

Sono giorni indimenticabili. Pieni di suggestioni e di emozioni che ci chiedono, tornati a casa, di essere rielaborate. Questo VII giorno è quello centrale... Centrale nella nostra vita di discepoli. Entreremo nel sepolcro... Non importa come lo hanno cambiato esteticamente... Ció che importa è il suo interno: magnificamente vuoto.

Oggi vivremo la Via Crucis. Grazie alle radioline questa preghiera oggi è stata fantastica... E sapete perchè? Venire a Gerusalemme e fare la VIA CRUCIS sembra la cosa più ovvia! Non lo è affatto, e nel riuscire a farla, richiede un grande sforzo, e culturale e di fede. Culturale perché è necessario ritrovare le tracce autentiche e così commoventi di quell’itinerario doloroso; di fede perché oggi stesso, come allora, il cammino dell’Uomo che va alla morte per la salvezza del mondo, passa tra l’indifferenza e l’ostilità più amara e tragica: la via Dolorosa si snoda infatti entro il suk, il colorito e chiassoso mercato arabo. E’ una esperienza molto scioccante: ti vien quasi rabbia vedere tutta questa gente che mercanteggia, ignara che tu sei venuto da lontano per qualcosa che per te rappresenta il vertice della tua stima, e ... per loro non dice niente, anzi non ne sanno neppure niente. Gesù è passato allora nella stessa indifferenza, incoscienza e ostilità: in questo senso drammatico e di fede questa è stata una autentica Via Crucis.

Il nostro cammino è stato una preghiera continua e delicata, incisiva ma mai stonata!

Giunti alle spalle della basilica della Anastasis siamo passati a fianco del Patriarcato Copto e siamo entrati nel monastero degli Abissini. Qui ci siamo fermati per un gesto ecumenico: la preghiera e la benedizione del monaco etiope che legge la pagina di Atti 8, il battesimo dell'Etiope funzionario della regina Candace sulla strada per Gaza.

Usciti ci troviamo sul piazzale d'ingresso alla basilica del Santo Sepolcro.

Siamo fortunati: non c'è tantissima gente per cui riusciamo velocemente a fare le due file... Quella per il sepolcro, quella per "salire"al calvario. Qui è necessario andare oltre a quello che vedi...

Il sepolcro è diviso in due camere: nella prima un sasso vuol ricordare la pietra rotolata dall'angelo; all'interno vi è una lastra di marmo in forma d'altare. In pratica è rimasto solo il perimetro; ma è luogo sicuro. Ognuno di noi qui ha rinnovato la fede nella risurrezione di Cristo.

La visita al Calvario è suggestiva.. Saliti da una scala ripida, abbiamo la possibilità di inginocchiarci e toccare con mano la roccia dove è stato crocifisso il Signore. Paolo VI ebbe questi sentimenti: "Siamo qui, Signore Gesù, siamo venuti come colpevoli che tornano sul luogo del loro delitto... Siamo venuti per riconoscere il misterioso rapporto tra i nostri peccati e la tua Passione.. Siamo venuti per batterci il petto e domandarti perdono, per implorare la tua misericordia"...

Nella cappella dei Padri Francescani celebriamo l'Eucarestia...è la Messa di Pasqua...

L'abbiamo celebrata con gusto lontano dalla confusione dei turisti e con tanta partecipazione.

La mattina finisce qui. Abbiamo del tempo per stare da soli in un angolo a riflettere e pregare.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo, due visite particolari. La prima con la storia contemporanea. Entrare nello Yad Vascem... Significa fare memoria della nostra storia recente... Dei sei milioni di ebrei eliminati perchè ebrei... Ciò ti fa rabbrividire. La nostra visita è stata commovente e struggente. Yad Vashem rappresenta il principale museo dedicato al ricordo dell’olocausto. Il Museo è collocato sulle verdi pendici del monte HarHaZikaron – il Monte del Ricordo – a Gerusalemme. Nel 1953 ebbe inizio in Israele il progetto attraverso cui perpetuare la memoria delle vittime dell’olocausto documentando la storia del popolo ebraico durante l'Olocausto al fine di mantenerne il ricordo anche per le future generazioni.

In silenzio usciamo... Prendiamo il pullman e raggiungiamo Ain Karem. Qui visitiamo due luoghi... La Basilica della Natività del Battista e quella della Visitazione.

Nella prima si celebra il ricordo del Battista... Nella seconda invece, l'incontro tea Maria ed Elisabetta. Abbiamo pregato il Santo Rosario salendo il colle tra una Basilica e l'altra.

Giunti in cima... Facciamo nostre le parole del Magnificat...

Il nostro pellegrinaggio volge al termine... E più che mai sono significative le parole dell'inno... veramente in questi giorni Grandi cose ha fatto in noi il Signore! 


 

Foto di gruppo dei Pellegrini

19/6/2012

"Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte"... VI giorno

Oggi ci emergeremo nella Città Santa. Dopo aver costeggiato le sue mura in questa mattina faremo il nostro ingresso. È un entrare sia fisico, con il nostro corpo ma soprattutto con il nostro cuore. Entriamo in una città unica al mondo. Entriamo nella sua storia così grande ma anche così misera. Una storia che coinvolge le grandi religioni monoteiste... Gerusalemme città della pace... Ma così non è!

Entriamo dalla porta dei Magrebini. Subito il primo controllo per accedere al Muro del pianto o meglio Muro Occidentale.

Siamo nel cuore della Gerusalemme religiosa, l’antico monte SION su cui sorgeva il Tempio della "presenza" di Jahvè in mezzo al suo popolo, anelito d’ogni ebreo disperso nel mondo. Al Tempio rinnovato da Erode venne Gesù. Poi nel VII secolo giunsero qui i Musulmani e ne fecero loro terzo luogo sacro, dopo La Mecca e Medina, costruendovi le Moschee di Omar ed El Aqsa. Ancora tutto ció lo si vede con i propri occhi.

Ognuno di noi riesce ad avvicinarsi al Muro... , qualcuno scrive i biglietti e, affiancandosi, alle persone ebree che pregano, in silenzio si rivolgono al Signore.

La storia di questo sito è importante... Quando attorno all’anno 1000 a.C. Davide conquista Gerusalemme, compera qui l’aia di Arauna (il punto più alto della collina) col sogno di costruirvi un tempio. Sarà Salomone a costruirlo, nel 955, come unico luogo centralizzato di culto a Jahvè. Sarà distrutto da Nabucodonosor nel 586 a.C. E’ il primo Tempio. Era costituito da un atrio, una sala centrale (il Santo) e da un’edicola di fondo (il Santissimo) dove era custodita l’Arca, che conteneva le Tavole della Legge date da Mosè al Sinai. Fuori, l’altare per gli olocausti e una vasca per le abluzioni.

Dopo l’Esilio babilonese si ricostruì un secondo Tempio, più povero, dal 520 al 515. Dentro non c’era più l’Arca, scomparsa; oltre all’altare dell’incenso e dei "pani della proposizione", vi era un candelabro a sette braccia, la Menorah. Nel corso dei secoli successivi subì molte profanazioni e distruzioni.

Erode lo trovò fatiscente e, per prestigio personale, decise di ricostruirlo con grandezza e sontuosità; è il Tempio frequentato da Gesù. Iniziata la costruzione nel 20 a.C., fu terminata solo nel 62 d.C. e fu distrutto dall’invasione romana nel 70 con Tito. Con grandi contrafforti si era realizzata un’area lunga 490 metri e larga circa 300 metri: aveva al centro il Santuario propriamente detto, in corrispondenza dell’attuale ROCCIA coperta dalla cupola d’oro della moschea di Omar; grandi cortili, e due Portici grandiosi: a sud il Portico Regio, alto 50 mt. (si vedono ancora oggi i capitelli rimasti); a est il Portico di Salomone. Si entrava nella spianata da sud con due lunghe scalinate e due porte (duplice e triplice, ancor oggi visibili nel muro sud). L’angolo sud-est è il Pinnacolo del Tempio. A nord vi era a guardia la TORRE ANTONIA, luogo della guarnigione romana e di Pilato (il PRETORIO). Di questa vasta area, sostenuta da terrapieni, a ovest si trovano i resti dei muraglioni costruiti da Erode: è il cosiddetto MURO DEL PIANTO o muro occidentale.

Nel 135 Adriano vi costruì sopra un tempio a Giove, e da allora gli Ebrei sono ancora esclusi dal loro luogo più sacro.

Infatti nel 638 il califfo Omar conquista la città e fa di questa spianata il "recinto nobile" (Haram esh-sherif). Un suo successore vi costruirà la moschea in suo onore, chiamata oggi "Cupola della roccia", luogo da cui Maometto in una notte salì in visione al cielo. Più tardi vi costruirono l’altra moschea, El Aqsa (la "più lontana"), che i Crociati nel 1099 trasformarono in palazzo per il re Baldovino. Con Saladino ritornò tutto ai Musulmani che lungo i secoli le abbellirono.

Dal Muro del Pianto saliamo sulla spianata. Qui i controlli sono più lenti: via i crocifissi, è vietato portare la Bibbia... Vicino il controllo, si vedono rosari fatti lasciare...

La spianata è piena di gente... Qui peró possono pregare solo i musulmani. Gli altro possono correre, fotografare... ma non pregare.

Dopo la visita esterna delle moschee, usciamo dalla spianata per continuare la nostra visita.

Tappa del nostro cammino è la Basilica di Sant'Anna e la piscina probatica.

Il Vangelo di Giovanni ricorda la guarigione di un uomo malato da 38 anni. Capitò proprio alla Piscina Probatica alle cui acque una credenza giudaica attribuiva poteri terapeutici. Era a cinque portici. Gli scavi attuali hanno messo in luce due vasche trapezoidali divise da un muro, e quindi da un portico. Adriano la trasformò in bagni pubblici con tempio al dio Esculapio; i Bizantini a ricordo dell’episodio evangelico vi fecero sopra una chiesa di tre navate; i Crociati ne fecero una anche loro più modesta. In compenso ne costruirono (1140) un’altra - Sant'Anna - su grotte adiacenti (oggi ancora visitabili) che il Protovangelo di Giacomo dice essere state abitazione di Gioachino e Anna, e quindi casa natale della Vergine Maria. E’ ora uno dei più begli esempi rimastici di chiesa crociata di stile romanico-monastico. Dentro v'è buona acustica e noi in onore di Maria preghiamo cantando Nome Dolcissimo e su richiesta di Samuele, in lingua friulana, Ave o Vergin. Che bella sensazione.

Successivamente visitiamo la Basilica della Dormitio Mariae, il Cenacolo e il monumento alla Tomba di Davide.

Il Cenacolo è il cuore della religione cristiana: qui avvennero le cose più grandi: l’istituzione dell’EUCARISTIA, del Sacerdozio e il comando della carità con la lavanda dei piedi; Giovanni ambientò qui le parole più care e profonde di Gesù come suo testamento e la preghiera sacerdotale (capp. 15-17); qui apparve per la prima volta Gesù RISORTO la sera di Pasqua; qui avvenne l’effusione dello SPIRITO SANTO a Pentecoste, inizio della Chiesa. Ebbene, questo luogo così caro e santo, non è luogo di culto cristiano. Sorge sopra un luogo di venerazione ebraico, e quindi è proibita ogni celebrazione... Dovrebbe essere un luogo silenzioso ma un gruppo di messicani pentecostali rovina l'atmosfera.

L’unico segno cristiano rimasto è un CAPITELLO crociato nell’angolo nordovest: rappresenta un PELLICANO, simbolo cristiano per indicare il sacrificio di Cristo; è nella tradizione popolare la credenza che questo uccello per nutrire i suoi piccoli si scavi dentro il proprio petto fino a consumarsi per loro...!

Dopo il pranzo, iniziamo la discesa del Monte degli Ulivi.

In cima al monte degli Ulivi, in una proprietà oggi musulmana vi è il ricordo dell'ASCENSIONE. Nel 376 la matrona romana Pomenia vi costruì una chiesa, detta de l’Imbomon ("sulla vetta"), al centro della quale un cancelletto segnava il punto della partenza di Gesù per il cielo. Nel 438 Melania vi costruì un monastero.I Crociati vi edificarono una chiesa ad arcate aperte, ottagonale, con al centro una edicola a cielo aperto, con colonnine, per venerare il luogo del mistero. Col ritorno di Saladino tutto fu trasformato in moschea e l’edicola fu coperta di cupola: come è tutt’oggi visibile. Resta certo che il livello del suolo al tempo di Gesù era otto metri più sotto; quindi fasullo è il riquadro di roccia che si mostra attualmente come.... impronta del piede di Gesù!!

Più sotto, vi è un posto prezioso. Sant'Elena costruì una basilica "in Eleona", cioè dell’Oliveto, proprio sulla grotta "dove Gesù iniziò i suoi discepoli ai sacri misteri". E' questa una delle tre "sacre spelonche" che lo storico Eusebio di Cesarea dice molto venerate all'inizio del IV secolo (assieme alla grotta della Natività e al Santo Sepolcro). Forse Gesù qui si ritirava a pregare, come già faceva in Galilea: "Di giorno insegnava nel tempio, ma la notte usciva e la passava sul monte degli ulivi" (Lc 21,37). È la Chiesa del Pater noster che in latino cantiamo. Ci fermiamo davanti al padrenostro in friulano.

Scendiamo e ci fermiamo al Dominus flevit. Quante attuali le parole del Signore, ora rievocate da una chiesa del Barluzzi (1955) che vuol far pensare a una lacrima! "Maestro, guarda che costruzioni! E Gesù: non rimarrà pietra su pietra!" (Mc 13,1-2). Da questo punto è meraviglioso il panorama sulla città Santa.

Scendiamo ancora. Ad una trentina di metri vi è "il giardino degli ulivi": vi sono conservati otto vecchissimi ulivi millenari, che ricordano quelli dell’agonia di Gesù. I Francescani ne sono custodi dal sec. XVII e ne hanno fatto un angolo di raccoglimento e preghiera. A fianco, dal 1920 vi è costruita una grande Basilica che conserva davanti l’altare una pietra già venerata dal III secolo come luogo della prostrazione di Gesù in agonia. La basilica è costruita sulla pianta della prima basilica, quella fatta da Teodosio nel 380 e distrutta dai Persiani nel 614. Anche i Crociati vi costruirono qui una imponente chiesa, di cui rimangono tracce nel pavimento e dintorni. Dentro la basilica, con pochissima luce filtrata da alabastro color violetto, è luogo di sosta per rivivere momenti drammatici: l’agonia di Gesù, il sonno indifferente degli apostoli, il bacio di Giuda, l’arresto, la fuga dei discepoli. I mosaici alle pareti ne sono richiamo suggestivo. Qui celebriamo la nostra Eucarestia: un emozionato don Paolo riprende il Triduo Pasquale. Al termine dell'omelia viene intonato il canto friulano Fradis miei.

Il pellegrinaggio ha un'ultima sosta oggi. La Tomba di Maria. Si trova in fondo alla valle del Cedron. Chiesa crociata, ora ortodossa e armena, ha una caratteristica: si scende per una scalinata fino ad una antica zona cimiteriale che risale proprio al primo secolo; qui scavi recenti hanno potuto accertare che una tomba era stata tagliata dalla collina e che già dal III e IV secolo era luogo di culto, probabilmente dei Giudeo-cristiani, quindi dei parenti di Gesù e Maria. Si venera da allora la tomba della Vergine, assunta subito in cielo anche col suo corpo come dice la nostra fede cattolica. Appena dietro la piccola edicola, vi è la ICONA più bella di Terra Santa: una Madonna dal volto dolcissimo, caldo incarnato umano, sguardo tutto tenerezza e misericordia, e un Gesù Bambino che ispira serenità.

Qui in processione siamo entrati nella tomba vuota cantando e pregando l'Ave Maria... il nostro pellegrinaggio terreno sfoci là dove "come madre è andata avanti a tenerci un posto"!

Questa la nostra preghiera con la quale chiudiamo la giornata.:

Ti penso, o Vergine Maria, nell’istante della tua entrata in paradiso: “Finalmente...!”, avrai esclamato! Tu sei la Madonna dell’Assunzione. Chiusi gli occhi alla vita terrena, l’istante della tua morte è stato il velo che s’è squarciato sull’eternità, ... e tu sei stata subito nella “gloria”.

Il tuo corpo, immacolato, non subì corruzione di carne; trasfigurato come quello di Gesù in una risurrezione simile alla sua, sei diventata nuova Eva, madre e modello dei veri viventi che aspirano, con la risurrezione della carne, alla vita eterna.

Il tuo cuore era già là da tempo, perché tu sei “la serva del Signore”, sempre pronta a fare “quello che vuole la sua parola”. Proprio questa tua costante comunione del cuore, ti ha meritato la comunione del corpo e della vita con la Beata Trinità del cielo.

Sei andata ad occupare il tuo posto di Regina, tu che sei la prima dei redenti e la prima dei risorti: primizia e modello della Chiesa. Gesù ci ha promesso che lì ci sono molti posti: ci sarà anche il mio! Tu sei andata innanzi, come madre, a tenermelo. Fa’, o Maria, che a quel mio posto possa arrivare a sedermi, dopo questo pellegrinaggio della vita, che voglio vivere come te e con te, o Regina Assunta in cielo. Amen.

 


 

Pellegrini di Cormòns a Masada

18/6/2012

In fretta e pieni di gioia... Quinto giorno

È il lunedì del deserto di Giuda. La sveglia suona alle alle 06.00. Dopo la colazione la partenza da Gerusalemme verso il Mar Morto.

Sarà una giornata calda in quanto passeremo da un altitudine di circa 800 m sul livello del mare a circa meno 400m slm.

La prima tappa di questo nostro viaggio nel deserto di Giuda è Masada.

Arroccata su uno sperone roccioso, in una zona desertica e assolata, la poderosa fortezza voluta da Erode sorge in posizione imprendibile a 400 metri sul livello del mar Morto e si compone di una serie di strutture che, grazie al racconto di Giuseppe Flavio (“Guerra Giudaica”, circa 70 d.C.), sono state più facilmente riconosciute.

Tutelato in un Parco Nazionale, il sito è Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco e offre uno degli scenari più suggestivi di Israele. Giunti sul sito notiamo il sentiero del serpente che rappresenta la via d'accesso orientale alla fortezza ma visto la salita, i quaranta gradi alle 08.30 del mattino si opta per la funivia... Dopo tre minuti siamo arrivati in cima... Che spettacolo. Un panorama straordinario. Samuele, la nostra guida, ci porta all'interno dei resti della fortezza. Riusciamo ad immaginare, grazie al plastico, questa meraviglia: Immensi i magazzini, destinati alla conservazione di cibi e di qualsiasi altro rifornimento potesse permettere ai cittadini di resistere a un lungo assedio.

Rimaniamo colpiti dalle terme realizzate nel più tipico stile romano. Dall'alto si riescono ad osservare gli accampamenti romani: erano 8 gli accampamenti romani che circondavano i piedi della roccia di Madasa. Grazie al clima e al suolo arido questi accampamenti possono considerarsi i campi militari romani meglio consrvati che siano stati scoperti finora. Giuseppe Flavio narra in particolare come il generale romano Flavio Silva, ponendo l’assedio a Masada, circondò alla base la roccaforte con un muro di circonvallazione (di circa 3,6 km) e con 8 accampamenti per i circa 7.000 legionari di cui era al comando. Per avere ragione dei ribelli senza attendere di prenderli per fame, Silva dovette poi erigere una rampa d’assedio che portò gli assedianti a combattere alla stessa elevazione degli assediati. Soprattutto poi Giuseppe Flavio racconta che, nella notte precedente l’assalto decisivo dei romani, i ribelli di Masada, per non cadere nella vergogna della schiavitù, furono trascinati da un appassionato discorso del loro comandante Eleazar ad incendiare le loro postazioni e a suicidarsi in massa. Era il 16 aprile del 73 d.C. (o 74). Giuseppe Flavio dice che a raccontare il tutto sopravvissero solo due donne e cinque bambini, che avevano trovato rifugio nelle condutture scavate nella roccia per la raccolta delle acque piovane.

Da Masada con il pullman ci spostiamo a Qumran.

Nel 1947 un giovane pastore che si trovava in quei luoghi, Muhammad ed Di’ib (= il Lupo), gettò per caso un sasso nell’apertura di una roccia, e ne udì risuonare il rumore di cocci infranti; ritornato sul posto il giorno dopo, spinto dalla curiosità, si introdusse assieme ad un cugino nell’anfratto e trovò all’interno della caverna diverse giare, una delle quali conteneva dei rotoli di cuoio manoscritto. I rotoli, invece di essere consegnati alle autorità, vennero portati ad un antiquario di Betlemme... Solo alla fine si scopri che quel giovane pastore aveva fatto la scoperta archeologica del secolo.

Abbiamo potuto approfondire la storia e conoscere meglio la storia degli Esseni. A Qumran abbiamo pranzato.

Dopo il pranzo, un momento tanto atteso... Il bagno nel Mar Morto. Definito in tal modo perché, essendo salino, uccide ogni forma di vita, sebbene nelle sue acque siano presenti alcune specie, forse tre, di batteri. L’acqua del mare, in generale, ha una salinità pari al 3 o 4%, mentre nel caso del Mar Morto, questa percentuale supera il 30%. Nonostante sia alimentato dal fiume Giordano, a sud della Galilea, sta scomparendo piuttosto velocemente.

Negli ultimi anni, infatti, il livello delle sue acque è notevolmente calato a causa della fortissima evaporazione. Si parla di milioni di litri di acqua evaporati ogni giorno che ricadono, sotto forma di sale, sulla spiaggia, praticamente bianca. Il livello delle acque è diminuito da 392 metri a 408 (sotto il livello del mare) e, secondo alcuni studi, il 30% della superficie del lago è già svanita...

Molti pellegrini non solo mettono i piedi dentro il Mare... ma come andassero in spiaggia a Grado o Lignano, si cingono a fare il bagno: la sensazione che li investe, è unica. Va provata. Come in una sorta di favola, in queste acque si galleggia. Leggeri, rilassati. Il peso del corpo scompare, qualunque esso sia.

Dopo il bagno, ci si è ricomposti e dopo un pompelmo rosa si riprende il pullman verso Gerico. Ormai ci siamo abituati al caldo... Il termometro del nostro autista dichiara 45 gradi...

A Gerico, Samuele ci racconta della città... Della sua importanza biblica. Ci piace fermarci sotto un sicomoro e in religioso silenzio immaginiamo la scena di Zaccheo che vuole vedere Gesù...

Con il pullman raggiungiamo un "bel vedere" dove possiamo ammirare il Santuario ortodosso delle Tentazioni e avvicinarci ad un cammello...

La giornata, impegnativa per il nostro fisico visto il caldo, si conclude nella Chiesa del Buon Pastore. Qui don Paolo celebra l'Eucarestia. La Liturgia è centrata sulla Commemorazione dell'incontro tra Zaccheo e Gesù.

Nella sua riflessione, don Paolo riprende i vari passaggi del testo di Luca... Mettendo in evidenza, tra l'altro, la parola "oggi": possa il Signore nel nostro oggi entrare nella nostra vita. Faremo anche noi, come Zaccheo, l'esperienza dell'essere salvati.

Dopo la S.Messa si torna a Gerusalemme... Domani cammineremo dentro le mura della Città Santa.


17/6/2012

Ksserì eliahud (Palazzo dei Giudei) luogo dell'Immersione Memoria del Battesimo

Lauda Jerusalem Dominum... Quarto giorno

È domenica. È la Pasqua della Settimana... Nella quale facciamo memoria della morte e risurrezione del Signore... Che coincidenza poter fare oggi memoria del nostro Battesimo, del nostro essere inseriti in Cristo morto e risorto.

Questa mattina abbiamo salutato Nazareth e ci siamo "incamminati" verso Gerusalemme. Nel nostro viaggio ci siamo fermati nel luogo del Battesimo di Gesù. Il sito sulla sponda occidentale del Giordano dove una tradizione vuole che Gesù abbia ricevuto il battesimo ha riaperto al pubblico dopo 44 anni di chiusura. Qasr al-Yahud (il palazzo degli ebrei), è rimasto chiuso e abbandonato dalla guerra del 1967... Prima di arrivare al sito ci colpiscono i punti di controllo di Israele e dell'esercito transgiordano.

Qui la lettura del Vangelo e la memoria del Battesimo...

Abbiamo ripreso il nostro viaggio... E dopo un'ora abbiamo visto le mura di Gerusalemme. Al vedere le mura, il canto del salmo 147.... Che bello!

Ma la nostra meta oggi ê Betlemme... Ormai tra Gerusalemme e Betlemme c'è continuità di case... Colpisce il muro.... Alto 12 metri: separa Betlemme da Israele... Se non si vede con i propri occhi non si capisce pienamente quanto sia difficile questa storia...

Prima di proseguire... Sosta per il pranzo in un locale tipico sotto la Tenda :)

Ci troviamo a Beit Sahur. Vicino al ristorante troviamo l'aerea che il tradizione cristiana identifica con il Campo dei Pastori: è il luogo dove i pastori ricevettero l'annuncio della nascita di Cristo. Qui l'architetto Barluzzi ha eretto il Santuario del Gloria in excelsis dalla caratteristica forma di una tenda di nomadi. Nella zona attorno alla Chiesa si puó vedere un frantoio ed una grotta usata dai pastori come abitazione. Ora è usata come cappella, assai suggestiva. La guida ci spiega come tale scoperta puó meglio mostrarci il luogo della nascita di Gesù, oggi completamente inserito nella Basilica.

Fa commuovere la lettura del Vangelo di Luca... Al termine una bella similitudine: ai pastori in quella notte, a noi oggi ci viene chiesto di alzarci e di andare a Betlemme...

Giungiamo cosí alla Basilica della natività.

Ci colpisce il cortile lastricato davanti la Basilica che ti conduce alla porta che è ridotto ad un solo stretto e basso passaggio. Entrati nella Basilica, notiamo che è divisa in cinque navate da quattro ordini di colonne monolitiche in pietra rosata. Colpiscono l'iconostasi... Bella e Solenne. Ai fianchi del coro si trova l'entrata alla grotta della natività... Scesi, ci inginocchiamo e con mano tocchiamo la stella d'argento con l'iscrizione latina "QUI dalla Vergine Maria è nato Gesù Cristo".

Che emozione poter cantare il canto natalizio Adeste Fideles...

(la gioia dell'essere giunti qui, viene leggermente "toccata" dal famoso status quo... Le liti/tensioni tra le varie confessioni cristiane... Ma il dispiacere viene messo da parte perchè la penombra di questa grotta ti invita alla contemplazione: qui il Verbo di Dio si fece carne!)

Usciti dalla grotta ci spostiamo nella vicina Basilica di Santa Caterina, tenuta dai frati francescani, dove riusciamo a celebrare la S.Messa. Anche oggi il Vangelo c'invita a lasciare i nostri recinti per metterci in movimento... La fede è novità, è desiderio di cercare... Possa questo nostro pellegrinaggio aiutarci a fare un salto di qualità nella nostra relazione con Cristo, luce del mondo e gloria del popolo d'Israele.

La nostra giornata si chiude qui. Nel nostro cuore le parole dell'angelo... Non abbiate paura... Con gioia andiamo a Gerusalemme dove pernotteremo per le prossime notti.

Il salmo 121 ci accompagna...

Quale gioia, quando mi dissero:

“Andremo alla casa del Signore!”.

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita

come città unita e compatta.

È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d'Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: “Su te sia pace!”.

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.


16/6/2012

Santa messa di donpi a Cafarnao

Mi ami tu più?... - 3° giorno

Il nostro terzo giorno inizia di mattino presto. Alle 07.45 siamo già in viaggio verso il Lago di Tiberiade. Il lago non ha un nome unico e definito. Nel passatoè stato chiamato Mare di Kinneret dall'ebraico (arpa) per la sua forma, appunto, arpa...ma anche Mar di Genesaret, Mare di Galilea... Oggi é chiamato Lago di Tiberiade e prende nome dalla città, oggi meta balneare, di Tiberiade.

Il lago si trova a 210 m sotto il livello del mare: con la corriera infatti si Nonta che stiamo "scendendo"... La giornata sarà calda e molto umida.

Prima tappa del nostro itinerario di oggi è la cappella del primato petrino: dopo la Risurrezione, Gesù incontrerà i suoi discepoli sul Mar di Tiberiade ... Vedi Vangelo di Giovanni al capitolo 21, 1-19.

"Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?" La domanda posta a Pietro risuona stamattina nelle nostre orecchie... Il silenzio che segue diventa meditazione e preghiera... Per il Papa e la sua missione di confermarci nella fede, per ognuno di noi chiamato a seguire il Signore secondo la propria chiamata. Entrati nella Chiesa si rimane colpiti dalla roccia chiamata Mensa Christi a ricordo del Lugo dove Gesù risorto, dopo la pesca miracolosa, preparó da mangiare ai suoi discepoli.

(Mi "isolo" dal gruppo e mi commuovo ripensando a Paolo VI che su questa pietra si protró in preghiera nel suo pellegrinaggio del 1964)

Riprendiamo la corriera è giungiamo al sito archeologico di Cafarnao.

L'etimologia ci rimanda a Nahum ma non sia hanno certezze sull'origine del nome... Oggi di quella città rimangono solo scavi archeologici... La sinagoga, composta da due edifici (la sinagoga vera e propria ed una scuola per gli scribi)

A fianco della sinagoga si notano varie case del tempo. La quarta, contando dalla sinagoga, è chiamata la Casa di SimonPietro . Sopra i resti di questa casa è stata costruita recentemente una Chiesa Moderna dalla forma originalissima, che ricorda la sagoma di una nave (la barca di Pietro) ed essendo rialzata protegge le fondamenta preesistenti. All'interno al Chiesa è fresca (il condizionatore) e ti permette a 360 gradi di vedere il panorama.

Da Cafarnao con la corriera giungiamo al Monte delle Beatitudini.

Qui siamo colpiti dalla bellezza del posto e dal Santuario delle Beatitudini, la chiesa che "ricorda" il Discorso della Montagna. Costruita dall'arc. Barluzzi è a forma ottagonale. All'interno su ogni lato è indicata una delle 8 beatitudini.

Qui, sul monte, nel giardino celebriamo l'Eucarestia. Sarà che siamo lontani dalle preoccupazioni di casa, lavorative e pastorali... Sará l'atmosfera che si percepisce ma quale effetto è leggere ed ascoltare il brano di Matteo 5, 1-16: Beati voi...

"Viviamo questi giorni come un'occasione unica per custodire, proteggere, curare la nostra relazione con Cristo"

Prima del pranzo, la nostra visita-pellegrinaggio si ferma alla Chiesa della Moltiplicazione dei pani. Il Santuario, attualmente custodito dai monaci benedettini tedeschi, richiama la precedente chiesa distrutta agli inizi del secolo VII. Rimangono i mosaici bizantini. Bellissimi.

Quello davanti l'altare... La cesta con i 4 pani e i 2 pesci (il 5* è Il pane dell'Eucarestia) che richiama il miracolo della moltiplicazione.

Interessante è il Nilometro, in forma di piccola torre a diverse sezioni... Probabilmente quasi una firma di coloro che avevano realizzato il mosaico.

A pranzo, quasi tutti, hanno mangiato il famoso pesce di San Pietro... A detta di chi l'ha mangiato moto buono e gustoso.

La parte finale della giornata è stata la traversata sul battello del lago di Tiberiade. Le parole non possono spiegare la bellezza del creato e la forza delle parole del Vangelo fatte risuonare in mezzo al lago... La tempesta sedata, Gesù che cammina sulle acqua... Torniamo a riva... Nel cuore le parole del Signore... "Coraggio, sono io, non abbiate paura"

Che giornata meravigliosa.


Abbiamo celebrato l'Anniversario di Matrimonio di mamma e papà a Cana di Galilea.15/6/2012

Ave o Vergin us saludi... - 2° giorno

C'è caldo stamattina. E c'è tanta umidità. A piedi, partendo dall'albergo, ci muoviamo per Nazareth.

Prima tappa. La Basilica del pozzo. I fratelli cristiani ortodossi in questo luogo fanno memoria del "primo annuncio" avvenuto al pozzo: entrare in una Chiesa ortodossa ti immette fisicamente nel mistero. Questa sensazione è più forte perchè è in atto la liturgia del mattino.

Usciti ci incamminiamo verso la Basilica dell'Annunciazione. Grande ma lo stesso t'invita alla preghiera. Qui celebriamo la S.Messa.... Fa effetto leggere la pagina di Luca nel luogo in cui ció è avvenuto. Quante volte abbiamo letto questa pagina... In quel giorno c'è stato un incontro tra due libertà... Quella di Dio di chiedere permesso a una ragazza di Nazareth ... Quella di Maria di accogliere la proposta del Signore... Mi piace pensare che anche oggi Dio entra nella nostra storia e noi come rispondiamo?

Che emozione cantare in lingua friulana, al termine della S.Messa, il canto a Maria... Anche noi come l'angelo, o Vergine Maria noi ti salutiamo.

Scendendo gli scalini c'è una capellina con un altare. Ê semplice ma avvolgente: Hic verbum caro factum est. Qui!!!!!

La giornata è calda ma tutto è sopportabile. Nel pomeriggio il MonteTabor e la visita a Cana di Galilea: l'acqua in vino... La gioia della festa... Il matrimonio...

Che spettacolo vedere gli occhi degli "sposini" che hanno rinnovato le promesse del matrimonio. Che il Signore accompagni i loro sogni e benedica il loro cammino.

...continua...


14/6/2012

Pelleginaggio di Cormòns in terra Santa

Dopo un viaggio relativamente lungo, siamo giunti internazionale di Tel Aviv.

Uscendo dall'aereoporto abbiamo incontrato la nostra guida, Samuele che ci accompagnerà in questo viaggio.

Da Tel Aviv lungo la Via del Mare siamo arrivati ad Haifa e in particolare abbiamo visitato il Santuario Stella Maris dedicato alla Madonna del Carmelo.

Questo luogo ci riporta indietro nel tempo... Al profeta Elia!

Infatti, il primo profeta d'Israele, Elia (IX sec. a.C.), dimorando sul Monte Carmelo, "profetizzó" che si sarebbe alzata una piccola nube dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità. In quella immagine tutti i mistici cristiani e gli esegeti hanno sempre visto la Vergine Maria, che portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo. Un gruppo di eremiti, «Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo», costituitrono una cappella dedicata alla Vergine sul Monte Carmelo. I monaci carmelitani fondarono, inoltre, dei monasteri in Occidente. Il 16 luglio del 1251 la Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre generale dell'Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo «scapolare» col «privilegio sabatino», ossia la promessa della salvezza per coloro che lo indossano e la liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.

Qui abbiamo celebrato l'Eucarestia: al termine don Paolo ha intonato, guardando il mare e pensando alla Stella del Mare, il canto popolare "Madonnina del Mare"

Domani visita di Nazareth...

"Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte"... VI giorno
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5x1000Da quest’anno, con la dichiarazione dei redditi, si può devolvere il 5X1000 in favore del Ric Cormons, che essendo associato a NOI ASSOCIAZIONE, rientra nelle Associazioni di promozione sociale. Basterà indicare nell’apposita casella del riquadro del 5 per mille il CODICE FISCALE del Ric Cormons: 91035880318 e apporre la firma.

Senza spendere un euro in più, si potrà contribuire a sostenere le attività del nostro Ric.

Convenzioni RIC 2018

Se hai la tessera di RIC Cormòns affiliata a NOI ASSOCIAZIONE puoi beneficiare di condizioni particolari presso i seguenti esercizi:

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Le offerte e le modalità delle convenzioni sono consultabili su questa pagina.

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Stillate, cieli, dall’alto, le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore. (Cf. Is 45,8)

Gianfranco Ravasi, Cardinale

Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine, colpite da un forte tifone che ha provocato molti morti e distrutto tante abitazioni. Che il Santo Niño porti consolazione e speranza alle famiglie più colpite. #PreghiamoInsieme.

Francesco, Papa

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