MEMORIA di Suor M. CELESTINA

MEMORIA di

Suor M. CELESTINA

del Cuore Immacolato di Maria

(GADLER Letizia)

nata a Vignola Falesina (Trento)

l’11 maggio 1927

morta a Cormòns (Gorizia)

l’8 maggio 2013

Religiosa da 57 anni

“Che dolceza ne la voze de me mama,                 “Che dolcezza nella voce di mia mamma,

quando ‘n sema se arivava al capitel...                   quando insieme si arrivava al capitello...

Ve saludo, Madonina, steme ben!”                         Vi saluto, Madonnina, statemi bene!”

E’ il saluto alla Madonna di una canzone trentina che suor Celestina, quando era ancora in grado di cantare, ripeteva spesso con affetto ed entusiasmo, rivivendo probabilmente le emozioni della sua infanzia quando, con gli altri fratelli, aveva imparato dalla mamma a rivolgersi a Maria e a salutarla anche nei capitelli di cui la terra trentina è costellata. Devota al Cuore Immacolato di Maria, si è spenta proprio nel giorno in cui la devozione popolare si rivolge alla Vergine Santa con la supplica, preghiera a cui ella era rimasta sempre fedele.

Suor Celestina era venuta tra noi nell’aprile del 2004, dopo aver esercitato la propria missione nella cucina di diverse opere. Infatti dopo la sua prima Professione Religiosa, emessa nel 1958, ella ha donato se stessa nelle Scuole Materne di Concordia Sagittaria, Udine, Segonzano e Fiera di Primiero. Dal 1976 al 1988 ha servito le sorelle della Comunità di Belvedere di Tezze a cui si è dedicata con grande generosità e sempre volentieri. Da lì era stata trasferita a Roma S. Agnese, prima nella cucina della Scuola Materna e poi a servizio della Comunità della Casa Provinciale per 16 anni, dal 1988 al 2004, sempre premurosa, attiva, buona, contenta di spendersi per la carità e per la serenità di tutti. Suor Celestina infatti è stata sempre una suora mite, sorridente, pronta e disponibile, attenta ad ogni bisogno, generosa anche quando, per la sua salute cagionevole, il lavoro poteva essere più faticoso. Ha vissuto il proprio servizio come prezioso mezzo di apostolato. Amava fortemente la propria vocazione e partecipava intensamente e con entusiasmo a tutto ciò che riguardava la Famiglia religiosa, sentendosene parte viva anche quando, declinando le sue forze fisiche, si vide costretta all’inattività e al necessario trasferimento nella nostra Infermeria. Qui ebbe anche la gioia di poter condividere le giornate con la sorella suor Camillina, già da anni tra noi e sempre ammalata. Anche con la famiglia d’origine i contatti e le visite erano frequenti, fino all’ultima visita in questi ultimi giorni.

Qui suor Celestina ha potuto trovare anche molto tempo da dedicare alla preghiera, che è stata sempre la sua forza e di cui sentiva il bisogno. Ultimamente la sua preghiera più efficace era l’offerta di quanto soffriva, unita alle sofferenze di Gesù, abbandonata ancora alla sua volontà. Ora, terminato il suo pellegrinaggio terreno, possiamo pensare che suor Celestina abbia ancora rivolto il suo saluto a Maria “Ve saludo, Madonina, steme ben!”, e che Maria le abbia risposto con le parole della mamma: “Vei che nen!” (Vieni, che andiamo).

La Comunità di Cormòns