Facebook icon
YouTube icon
Instagram icon
Pinterest icon
e-mail icon
Accesso utente
Martedì 30/04 alle ore 18:00 in Ricreatorio i bambini che si preparano alla Prima Comunione faranno l'esperienza di preparazione del pane mentre ai loro genitori verrà proposto un momento di formazione --- Venerdì 03/05 alle ore 20:30 in Duomo a Cormons veglia di preghiera per i giovani che si preparano a ricevere il sacramento della Cresima --- Sabato 04/05 dalle ore 16:00 in poi presso il Ricreatorio di Villesse festa diocesana dei chierichetti --- Domenica 05/05 alle ore 10:00 in Duomo a Cormons ci sarà la celebrazione della Cresima per 25 giovani delle nostre Parrocchia --- Domenica 05/05 dalle ore 15:00 alle ore 19:00 a Cormons ci sarà l'evento "CAMPANILI APERTI" --- Venerdì 10/05 alla sera in Duomo ci sarà un momento di preghiera per i bambini che si preparano alla Prima Comunione e per il loro genitori --- Domenica 12/05 alle ore 10:00 in Duomo a Cormons i bambini delle nostre Parrocchie si accosteranno per la prima volta al sacramento della Comunione --- Domenica 19/05 presso la Basilica di Aquileia saranno ordinati due nuovi ministri per la nostra Diocesi ---

Lettera a Tommaso - Paolo Curtaz

Paolo Curtaz

Caro Tommaso,

fa strano scriverti una lettera, ma ho deciso, dopo tanti anni, di schierarmi formalmente e solennemente dalla tua parte. Mi spiego meglio. Ogni anno, dopo l’ebbrezza della festa di Pasqua, puntualmente ti ritroviamo col Vangelo che ti riguarda. San Giovanni ci dice che il fatto, o meglio il fattaccio, è accaduto otto giorni dopo l’apparizione di Gesù a porte chiuse nel Cenacolo, la sera di Pasqua. Ora: sono stufo di vederti descritto come un incredulo. Su te abbiamo addirittura composto un proverbio “Tommaso, che non ci crede se non ci mette il naso” e, così, sei arrivato fino a noi con la falsa nomea di incredulo.

È il nostro consueto modo di leggere il Vangelo, col cervello in stand-by, ascoltando come se fosse una pia ed edificante favoletta, senza la voglia di approfondire ciò che dovrebbe nutrire la nostra vita e la nostra fede.

La fede di Tommaso

Eppure, Tommaso, leggendo bene il racconto di Giovanni, si capisce subito che tu al Rabbì ci avevi creduto, fin troppo, più degli altri. D’altronde, le uniche due volte in cui si parla di te nel Vangelo, hai dimostrato fegato ed entusiasmo.

La prima volta Gesù decise di salire a Gerusalemme, ignorando la pessima aria che tirava. Il rischio era reale: Gesù era malvisto dal Sinedrio che già complottava per farlo arrestare; malgrado questo, il Maestro decise di rischiare. Tu, Tommaso, dicesti: “Andiamo a morire con lui!” (Gv 11,16).

Poco dopo, quando Gesù parlò del suo destino, e chiese di essere seguito, tu gli chiedesti: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?” al che, Gesù ti rispose “Io sono la via, la verità e la vita” (cfr Gv 14,5-6).

Poi, quelle maledette quarantotto ore. Tutti voi, Tommaso, eravate impreparati, straniti, distratti. La croce vi era piombata addosso come un treno in corsa, vi aveva spezzato l’anima, aveva travolto tutto. Non foste capaci di fare il benché minimo gesto, nessuna reazione, solo la paura e il dolore, la disperazione senza fine. Incredulo, tu? Andiamo! Piuttosto credulone, con l’entusiasmo che ti contraddistingueva tra i dodici.

L’incredulità

Sai, Tommaso, mi sono riconosciuto molte volte in te; ti ho visto nel volto di molti fratelli scoraggiati e delusi dopo aver dato l’anima per un sogno, un progetto. Più voli in alto e più – cadendo – ti fai del male. La croce, per te inattesa, aveva inchiodato il tuo Maestro e la tua vita, messo fine al tuo sogno.

E ti vedo – sbalordito, attonito – che ascolti i tuoi compagni.

Le tue ferite sanguinano copiosamente e questi – gioiosi – ti raccontano di averlo visto vivo, risorto. Non sai capacitarti di quello che dicono, e – soprattutto - di chi te lo dice.

Giovanni, che c’era, ha scritto solo la prima parte di ciò che hai detto: la frase durissima del “Non crederò” – per pudore, Giovanni è cortese e delicato – e non ha riportato le tue altre frasi, dette con la voce rotta dalla rabbia e dalla voglia di piangere.

Ma io le conosco e riporto la parte censurata:

“Tu Pietro? Tu Andrea?… e tu Giacomo? Voi mi dite che lui è vivo?

Siamo scappati tutti, come conigli; siamo stati deboli, non abbiamo creduto!

Eppure, lui ce l’aveva detto, ci aveva avvisati. Lo sapevamo che poteva finire così, e non gli siamo stati vicini, non ne siamo stati capaci. Ora, proprio voi, venite a dirmi di averlo visto, vivo? No, non è possibile… come faccio a credervi?”

Sai, Tommaso: hai ragione.

Incontro spesso cristiani come te, feriti dalla pessima testimonianza di noi discepoli, scandalizzati dal baratro che mettiamo tra la nostra fede e la nostra vita, increduli a causa della nostra piccolezza. Noi, discepoli del Maestro, che invece di essere trasparenza del Risorto, diventiamo filtro, e facciamo emergere le nostre fragilità, piuttosto che la luce luminosa che ci ha avvolti e cambiati.

Quanti ne conosco come te, Tommaso! Brava gente scossa dall’atteggiamento di un prete despota, giovani turbati dalle nostre comunità fiacche, cercatori di Dio scoraggiati dal nostro poco entusiasmo…

Ma – e questo è stupefacente – Giovanni ci dice che otto giorni dopo eri ancora con loro.

Non li hai mollati come a volte vedo fare, non ti sei sentito superiore, migliore, a parte. Hai voluto condividere la tua amarezza con loro, non hai pensato di fare una Chiesa alternativa, non ti sei sentito molto “liberal” e all’avanguardia. Come frate Francesco poverello farà, hai voluto convertire la Chiesa dal di dentro, senza uscirne.

E hai fatto benissimo: apposta per te è venuto il Maestro; vedi come ti ama?

Lo vedi ora; è lì, apposta per te. Ti mostra le sue piaghe, il costato.

Poi sorride e ti parla.

Lo so bene, Tommaso, e scusa se noi predicatori facciamo dei commenti discutibili: quella frase bellissima non è un rimprovero, Gesù non ti sta rinfacciando la tua incredulità, macché.

Le sue parole sono un immenso gesto d’amore. Mostrando le palme delle mani trafitte, ti sussurra: “Tommaso, so che hai sofferto tanto. Guarda: anch’io ho sofferto…”

E ti sei arreso, finalmente.

Hai lasciato la diga del pianto rompere gli argini, ti sei lasciato travolgere dall’amore e dalla fede, ti sei buttato in ginocchio e tu, primo tra i dodici, hai osato dire ciò che nessuno prima aveva osato neppure pensare: Gesù è Dio.

 

Paolo Curtaz

Post it

AIUTACI A FARE CENTRO: CON IL 5X1000 PER IL RIC!

5x1000Da quest’anno, con la dichiarazione dei redditi, si può devolvere il 5X1000 in favore del Ric Cormons, che essendo associato a NOI ASSOCIAZIONE, rientra nelle Associazioni di promozione sociale. Basterà indicare nell’apposita casella del riquadro del 5 per mille il CODICE FISCALE del Ric Cormons: 91035880318 e apporre la firma.

Senza spendere un euro in più, si potrà contribuire a sostenere le attività del nostro Ric.

Convenzioni RIC 2018

Se hai la tessera di RIC Cormòns affiliata a NOI ASSOCIAZIONE puoi beneficiare di condizioni particolari presso i seguenti esercizi:

  • Dana Sport articoli sportivi
  • Abbigliamento Melaverde
  • Cartolibreria Vecchiet
  • Cicli Cappello
  • Mediatech Computer
  • Pizzeria "Alla Pergola"
  • Teatro comunale di Cormòns
  • The Space Cinema a Pradamano

Le offerte e le modalità delle convenzioni sono consultabili su questa pagina.

Registrazione utente

La registrazione al sito dell'Unità Pastorale ti permette di accedere ai contenuti riservati alla nostra comunità.
Ti chiediamo di immettere il tuo nome e cognome reale. Ad esempio Mario Rossi.
Questo ci pemette di garantire la tracciabilità e quindi la qualità dei contenuti da parte degli utenti registrati.
L'autorizzazione all'accesso ti verrà comunicata tramite una e-mail inviata all'indirizzo che hai specificato.
Il sistema è stato configurato per respingere attacchi informatici tramite la tecnologia Mollom.

Nessuna informazione immessa verrà resa pubblica.

Da Internet

Proponiamo alcuni contenuti da siti internet consigliati. Mandaci una segnalazione per consigliarci un sito da collegare.

Stillate, cieli, dall’alto, le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore. (Cf. Is 45,8)

Gianfranco Ravasi, Cardinale

Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine, colpite da un forte tifone che ha provocato molti morti e distrutto tante abitazioni. Che il Santo Niño porti consolazione e speranza alle famiglie più colpite. #PreghiamoInsieme.

Francesco, Papa

Notizie del SIR

Cerca un Sito Cattolico