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Campo scuola a Torino: sulle orme di 3 giovani sognatori

Il campo dei giovani di seconda, terza e quarta superiore di Cormòns, Grado e Sagrado è iniziato dall’alto del monte Pirchiriano sulla cui cima c’è il Campo giovani a Torinosantuario dedicato all’arcangelo, la Sacra San Michele. Il campo è iniziato leggendo la lettera testamento di Tohaschi Mafai ai figli in cui scrive “figli cari abbiate un sogno! ... ma se il vostro sogno sarà bello, sarà grande, sarà originale, anche la vostra vita sarà bella, grande, originale… Se il vostro sogno sarà cosa che farà gioire tutta la specie umana, farà gioire anche il Signore.

Scesi a Torino dal monte santuario dedicato a San Michele i giovani hanno incontrato tre uomini che da giovani hanno avuto un sogno bello, originale e che ha fatto gioire tanti uomini. Si tratta di San Giovanni Bosco, San Giuseppe Benedetto Cottolengo e Ernesto Oliviero.

A Valdocco, quartiere della città della Mole, hanno visto i luoghi dove don Giovanni Bosco ha iniziato la sua avventura a fianco dei ragazzi che vivevano nella Torino dell’800. Vivevano in una città che cresceva di giorno in giorno a causa delle grandi industrie che chiamavano tanti operai dalla campagna piemontese. I genitori di questi ragazzi erano costretti a lavorare più di 12 ore al giorno in fabbrica e non riuscivano a dedicarsi alla cura dei propri figli. Don Bosco ha capito qual era il sogno che doveva realizzare quando da prete neo-ordinato ha visitato le carceri torinesi incontrando tanti ragazzi. Nelle galere sabaude si è detto che doveva impegnarsi affinché nessun ragazzo venga incarcerato. Per questo si è dedicato completamente all’educazione dei bambini e adolescenti, perché pensava così di prevenire la possibile carcerazione di molti ragazzi. I giovani del campo scuola hanno potuto vedere i luoghi dove viveva don Bosco, il Santuario di Santa Maria Ausiliatrice voluta dal fondatore dei salesiani e la cappella Pinardi costruita nel casolare ricevuto da san Giovanni Bosco in donazione, dove è iniziata la storia del primo oratorio salesiano. I giovani cormonesi, gradesi e sagradesi hanno potuto incontrare anche gli animatori dell’oratorio di Valdocco intenti a gestire i ragazzi dell’EstateInsieme 2014. L’oratorio fondato da don Bosco, infatti, ancora oggi è vivo e accoglie ogni estate 600 ragazzi. Molti dei giovani partecipanti il campo scuola sono impegnati come api scout, educatori A.C. o animatori del GREST. L’incontro con l’oratorio di Valdocco è stata un’occasione di crescita e confronto.

Il secondo sognatore era San Giuseppe Benedetto Cottolengo che da parroco una sera incontrò una donna incinta malata di tubercolosi che morì, perché nessun ospitale l’aveva accolta. Don Giuseppe capì quale sogno doveva realizzare: creare una casa in cui nessuno doveva essere escluso. La Piccola Casa della Divina Provvidenza ha accolto nella sua storia uomini e donne con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, ma anche immigrati, ex carcerati ecc. Nella Piccola Casa della Divina Provvidenza i giovani del campo scuola hanno potuto conoscere Angela che pur non potendo parlare, vedere e sentire riesce a comunicare con gli altri.

Il terzo sognatore è ancora vivente e i giovani hanno potuto conoscerlo, perché ci ha aperto la porta dell’Arsenale della Pace: Ernesto Oliviero che con i suoi monaci e i suoi giovani volontari ha trasformato una fabbrica di guerra e odio in un luogo di pace e di accoglienza. Il sogno di Ernesto era quello di costruire un luogo di pace per aiutare coloro che nel terzo mondo muoiono di fame. Nel corso della storia dell’Arsenale della pace e del Sermig (Servizio Missionario Giovanile fondato sempre da Ernesto) il sogno del suo fondatore è cambiato aprendosi all’ospitalità di tante persone senza dimora. Nell’Arsenale della Pace hanno potuto incontrare oltre ad Ernesto anche tre giovani. Due universitari con alcuni anni di più di loro che si dedicano al volontariato. Il terzo giovane è un monaco, perché l’Arsenale della Pace è un monastero in centro a Torino e in uno dei quartieri più degradati chiamato Porta Palazzo.

Giovanni, Giuseppe Benedetto e Ernesto, tre giovani sognatori che hanno trovato la felicità nella loro vita, perché hanno realizzato un grande sogno che ha fatto gioire tanti uomini. Tre giovani sognatori che hanno sognato in grande, perché vivevano un bel rapporto con il Signore. Ora et labora, la regola di San Benedetto, la ritroviamo anche nelle loro vite. Hanno realizzato opere di carità, perché erano anche uomini che pregavano, meditavano e si nutrivano della Parola di Dio.

Nei quattro giorni torinesi c’è stato tempo anche per il Museo della Sindone, la Mole Antonelliana, la basilica di Superga e Venaria.

Al termine del campo scuola i 44 giovani di Cormòns, Grado e Sagrado hanno condiviso con gli altri ciò che si porteranno a casa da Torino per costruire il sogno della loro vita. Ecco alcune riflessioni dei giovani. “Dagli ospiti della Piccola Casa della Divina provvidenza abbiamo potuto conoscere persone che hanno molto meno di noi eppure sono più felici di loro.” “Abbiamo incontrato tante persone impegnate per rendere felici gli altri.” “Giovanni, Giuseppe e Ernesto da un piccolo sogno hanno abbracciato il mondo intero.”

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