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Don Fausto ricorda San Rocco nella chiesetta di Brazzano

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San Rocco nella chiesetta omonima a BrazzanoMartedì 16 agosto nella chiesetta di Brazzano dedicata a San Rocco don Fausto ha celebrato la santa Messa ricordando la figura del santo.

San Rocco non è un frate, non è un religioso, è un cristiano che non ha fatto grandi “cose”. Nell’umiltà e nel silenzio ama il Signore.

E’ nato con un segno di croce rosso sulla spalla. Di origine francese, ricco di famiglia, devoto, dopo la morte dei genitori distribuisce i suoi averi ai poveri e pellegrina verso Roma. Da li si sposta in diverse zone della penisola curando e guarendo (molte volte miracolosamente, con un semplice tocco) gli appestati fino a quando contrae lui stesso la malattia. Per non contagiare altre persone si ritira in un bosco rischiando di morire come un eremita.

La leggenda vuole che ogni giorno un cane gli portasse un tozzo di pane sottraendolo alla mensa del padrone. Un giorno, il padrone seguendo il cane scopre, nel bosco, quest’uomo ammalato: lo soccorre e lo cura. Appena san Rocco si riprende persevera nella missione di curare gli ammalati di peste.

Poi le notizie sono discordanti. Chi dice che sia stato arrestato come fosse una spia ed abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita prigioniero, venendo a conoscenza solo dopo la sua morte le vere generalità. Altri dicono che sia tornato nei suoi luoghi d’origine, a Montpellier, in Francia, chiedendo ospitalità alle famiglie. Muore nel silenzio e nella solitudine di un sottoscala. Solo dopo la morte gli ospitanti scoprono (riconoscendo il segno di croce sulla spalla) che il vagabondo era in realtà un loro parente di cui, da tanto tempo, non avevano più notizie.

Viene invocato dai fedeli nei casi di peste, malattie contagiose, malattie del bestiame, catastrofi naturali.

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